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lunedì 31 marzo 2014

Test esistenziale: quale look da sfilata sei??

Io adoro i test. Quelli seri, quelli demenziali, quelli inutili, persino i sondaggi telefonici, tutti.
Sarà per una strana forma di egocentrismo che mi procura uno spasmodico piacere ogni volta che ne faccio uno, che amo scoprire nuovi lati della mia personalità rispondendo a domande più o meno sensate.
Questa volta il divertimento più grande è stato CREARE un test.
E' un test pensato per chi, in modo assolutamente ironico, avesse voglia di scoprire qual è il trend delle sfilate autunno/inverno 2014 che meglio rappresenta la sua personalità.
Poco serioso, molto dissacrante!!
I profili sono 8 e per ognuno, una volta terminato il test, potete visionare i look da sfilata che li rappresenta.
Sooo..Enjoy the Quiz!!:)


La smandrappata
La romantica donzella
La geometrica a stampe
La futurista gotica
La maliarda 24h/24
La signora bon ton
La fanatica dell'oversize
La uoma

domenica 30 marzo 2014

Io felice grazie alla piastra Remington s5520

Giuliana ci presenta la piastra Remington s5520

Allora, io non sono qui a dirvi cosa comprare, come acconciarvi, quanto spendere, e via dicendo. Questa premessa ci tengo a farla in quanto sto per avventurarmi nel magico mondo dei "consigli". Tadadadaaaaaaan.
"Sì, perchè tu nel post della notte di San Silvestro scrivesti che quel vibratore a forma di coniglietto funzionava da Dio, e invece gli si attorcigliano sempre le orecchie!!!"... ..ecco, no. Nulla di tutto ciò dovrà accadere. 
Quando riterrò di aver scovato un qualcosa che possa migliorare la vita di altre pulzelle come me, perchè no, lo condividerò qui. E lo stesso, nel caso dovessi incontrare il MALE assoluto, farò in modo di avvisarvi tempestivamente. 
Tutto ciò ricordando che la percezione è soggettiva, che il mondo è bello perchè è vario, che ogni scarrafone è bello a mamma sua, etc.
Terminato questo mega intro, vi parlo della Signora Piastra Remington s5520.
E' arrivata da poco a casa, ma è come se la conoscessi da una vita. 
E' la svolta, è la piastra che fa tutto quel che dovrebbe fare una piastra (lisciare i capelli, sembra scontato ma alcune non hanno ben compreso il purpose). C'è da dire che io non ho mai speso i quattrini che servono per una ghd, non so quindi quali possano essere i miracoli ultraterreni che un aggeggio di lusso compie. 
So però cosa significa avere una bella piega liscia: ho i capelli moooolto lunghi e moooolto spessi, con parecchia personalità diciamo, li porto così da decenni (almeno due li ho già vissuti per intero) e quindi un pò ho imparato ad "aggiustarmi".
La mia nuova amica piastra ha codeste caratteristiche:
  • piastre in ceramica, molto larghe e molto lunghe (per chi capelli ne ha a mazzi)
  • temperatura max 230°
  • raggiungimento della temperatura in 15sec
  • custodia termoresistente
  • cavo girevole da 2,5m
Queste le cose basilari, ma quasi tutte le piastre ormai sono tecnologiche e reattive. 
Dunque, perchè ho scelto questa??? Per la grana. 
Ebbene sì, costa una miseria, io l'ho presa su Amazon pagandola poco più di 33 euro, con spedizione gratuita, ed è arrivata veloceveloce. 
La conclusione è: se avete i capelli lunghi e folti e state pensando di comprare una nuova piastra, io questa ve la consiglio di tutto cuore. 
Se invece vi ammaliano i colori pastello della nuova collezione ghd, e non vi fate intimorire dai due centoni che servono per averne una, ben venga! 
Se qualcuna poi avesse voglia di educarmi alle migliorìe di una qualità more expensive, io sarò lietissima di incamerare.
Tutto chiaro? Bene, la mia buona azione quotidiana l'ho fatta.

Sciao sciao

martedì 25 marzo 2014

Un pomeriggio dietro le quinte: Kristina Ti

Una decina di giorni fa ho preso parte ad una gita. Con la mia mami.
Ogni gita che si rispetti prevede che non manchino questi elementi:
  1. un "Guido" un pò maldestro (o brillo, dipende dal budget di cui dispone chi organizza la gita);
  2. un nutrito gruppo di anziane amanti della vita (ben vengano), le quali si improvvisano cultrici di qualsivoglia genere di divertissement, spaziando dai dipinti astratti dell'elefante Emma alla pole dance in tenuta burlesque, con l'unico fine di non perdersi nemmeno una gita;
  3. una guida donna con tendenze militar-sadiche (sostituita in alcuni casi da guide eccessivamente leggiadre ed educate, che manco a dirlo diventeranno vittime sacrificali delle anziane di cui sopra);
  4. un clima assolutamente inaspettato da qualsiasi stazione meteo: caldi asfissianti i primi di marzo (e questo è il caso), freddi gelidi in settembre;
  5. simpatiche discussioni tra i partecipanti.
Tal gita fa parte del programma di eventi organizzati in occasione di Voce del verbo moda, di cui ho parlato nel post precedente. 
Manco a dirlo, ogni cliché elencato qui sopra si palesa puntuale; un pò meno puntuale è invece la sciagurata signora che, con il suo ritardo di venti minuti all'incontro, riesce ad aizzare ben bene le suddette anziane pimpanti.
Nonostante la serenità della gita fosse ormai inevitabilmente compromessa, il Guido parte in quarta, e sbaglia strada.
Ma è stato un errorucolo da poco, lo cito perchè sono infima, in realtà solo un paio di strade chiuse, e da ciò deduco che facesse parte di quelli sobri.
Con i fatali venti minuti di ritardo, giungiamo a Trofarello, alla sede dell'azienda Tamigi, detentrice del marchio Kristina Ti.
Subito la divisione in due gruppi, io nei rosa, evvai, e la mia mami anche, che si interroga su dove posizionare il cartellino riconoscitivo. "Mami puoi anche metterlo in borsa, serve a te per sapere dove andare!", e niente, se lo pinza sul davanzale. Così, consce della nostra appartenenza cromatica, ci avviamo verso l'outlet aziendale: a dire la verità io mi aspettavo uno stabile faraonico con corridoi pieni di relle colmi di abiti all'inverosimile. Sono perciò rimasta un attimo delusa perchè l'outlet di Trofarello di Kristina Ti è piccolino, ma a dir la verità carino il giusto. Una super disponibile commessa ci illustra la suddivisione tra capi della primavera estate e capi dell'autunno inverno, e da lì comincia l'inferno. Le anziane signore si muovono disordinate con in mano maglioni, gonne, camicette, domandando tutto il domandabile, cercando di destreggiarsi nel difficile gioco del "calcola la percentuale di sconto e detrai il valore ottenuto dal prezzo del cartellino". Le regole penso le conosciate, loro un pò meno.
Il giro dell'outlet risulta fruttuoso per Giulia (io) e Paola (mami), che escono trionfanti con due camicette gemelle della stagione 2011 pagate 10 euro l'una.

Il gruppo rosa ora è chiamato alla parte meno ludica, per qualcuno, della gita: il giro dell'azienda Kristina Ti. Io invece sono elettrica, non vedo l'ora di conoscere da vicino una realtà per me così affascinante. E dunque mi faccio (semi) seria.
Ci accoglie Franco Tardito, il papà di Cristina e a.d. della Tamigi s.p.a., un uomo di settant'anni che ha l'aria e l'esperienza di uno che con l'imprenditoria ci sa fare. 
La parola chiave della sua carriera è stata DIVERSIFICAZIONE: diversificare per lui ha significato trasformare un'azienda di maglieria intima, che usava tessuti pregiati e che nel '75 creava preziose capsule in seta, in un'azienda prevalentemente legata ai costumi da bagno, che ebbe tra le sue testimonial anche Monica Bellucci; ha significato cambiare il proprio mercato di riferimento, passando da una selezionata nicchia di mercerie a un pubblico più vasto e composito. Diversificando ci si salva dall'oblio, si prende parte al progresso di un Paese.
"Un'idea è una fortuna". E sono d'accordo con lui (anche se dipende dalle idee).
Durante gli anni '90 comincia a prendere forma la figura di Cristina all'interno dell'azienda di famiglia. L'entusiasmo è il suo asso nella manica, non ha una particolare formazione tecnica, ma ha tanta passione e inizia a dedicarsi alla moda. La vera Kristina Ti nasce nel 2000, da quando la Tamigi si concentra sull'abbigliamento. 
L'azienda si appoggia a strutture di eccellenza sul territorio del norditalia, laboratori che creano utilizzando solo tessuti e stoffe italiani.
Una curiosità molto interessante, che Franco Tardito ci svela in chiusura del suo intervento, è il nome di un cliente che da 12 anni collabora con Kristina Ti, delegando il taglio e la confezione di parecchi modelli delle sue collezioni: un nome da nulla, Chanel! Ebbene sì, Cristina viaggia molto, e spessissimo si trova a Parigi per definire i dettagli di questa liason che aiuta il suo marchio a portare avanti il suo lavoro a livelli eccelsi.

Ci spostiamo nell'ufficio stile di Cristina, che purtroppo è assente (indovina indovinello, è a Parigi), e ci dà il benvenuto Gabriella Prete, Retail Manager di Kristina Ti, cicerone del nostro giro di qui in avanti. 
C'è anche Chiara, che supporta Cristina nella ricerca stilistica della P/E '15 (sì, la moda è costantemente temporalmente sfasata), che ci spiega l'essenza della donna Kristina Ti: è femminile, seducente, ma non volgare, mixa un gusto hippie a tratti etnico ad uno più elegante e raffinato. Di base c'è la RICONOSCIBILITA', il marchio evolve ma è fedele a se stesso, le collezioni guardano molto al passato e spesso l'ispirazione nasce da uno sguardo all'archivio vintage.
L'amore per la tradizione traspare anche dall'estetica dei punti vendita Kristina Ti, dove una raffinata ricerca per i materiali porta a scegliere un mobìlio completamente in legno su pavimenti del '700: non vi troverete mai acciaio, superfici specchiate o colori sgargianti, ci rassicura Gabriella.

Lo step successivo ci ha portati a conoscere le prototipiste e le modelliste che sviluppano l'idea, la bozza di Cristina (l'ho avuta tra le mani ma non ho potuto fotografarla!). Il loro lavoro è fondamentale, devono riuscire ad interpretare il pensiero/progetto del direttore creativo. 
Si crea così un modello in tela per evidenziare eventuali difetti (pare che Cristina sia molto esigente per quanto riguarda l'interno degli abiti, soprattutto) e poi si trasferisce il tutto su tessuto.
E' importante, durante la realizzazione di un capo, seguire e compilare la griglia dei tempi/costi/misure: una sorta di identikit che permetterà ai laboratori di ricreare nei minimi dettagli il modello, e all'azienda di capire se i costi sono in linea con il posizionamento del prodotto sul mercato.
La sartorialità è basilare, distingue un capo Kristina Ti da uno industriale, ci spiegano le dipendenti, e le nuove generazioni pare abbiano uno spiccato senso per ciò che è di buona qualità, fortunatamente.
Chiude l'intrusione del gruppo rosa la tappa al laboratorio della sede, dove il tessuto viene tagliato. 
E qui via libera alle figuracce: io e le anziane, accattone inside, decidiamo senza pensarci un secondo che gli scampoli di stoffa Chanel sparpagliati nei bidoncini degli scarti DEVONO essere nostri. Garbiella sorride, grazie a Dio, confermando che il loro destino sarebbe stato la morte nell'immondizia. Così, guadagnandomi il disappunto della mami, salgo sul pullmino carica di triangoli di lana di un color senape indigeribile, fiera e felice.

La gita è finita, ho visto da vicino come può essere fatta un'azienda di moda, ho aggiunto all'armadio una fantastica camicetta morbida color verde acqua, e ho imparato che un'idea può essere una fortuna (soprattutto se una fortuna già ce l'hai).






Sfilata Kristina Ti P/E '14 (fonte.style.it)

venerdì 14 marzo 2014

Voce del verbo MODA: quando i verbi si coniugano con stile

Ebbene sì, sì! Sì cosa? Sì, anche Torino si interessa di moda e si fa promotore di eventi super super sfiziosi! Sto parlando di Voce del verbo MODA, un progetto del Circolo dei Lettori di Torino che si terrà dal 20 al 23 marzo nelle più svariate forme e locations in giro per la città.
(Devo dire un grazie enorme a Miriam Grande per la tempestiva soffiata!).
Sfogliando il programma mi imbatto in nomi leggendari come Alberta Ferretti, Luisa Beccaria, Ennio Capasa, Alessandra Facchinetti, e molti molti altri. Robe che mentre leggo mi sento vestita di stracci, per di più abbinati con la stessa perizia di un Polifemo post-tronco rovente nell'unico occhio. Ad ogni pagina la mia facciotta diventa sempre più ebete e nella mia testa tanti cuoricini trotterellano felici: tutti insieme, tutti qui a Torino, tutti qui vicino a me!
Passata la sbornia, un pensiero agghiacciante prende forma in quel groviglio di taffetà quale è il mio cervello: io il venerdì e il sabato pomeriggio sono una cassiera. E sono i giorni più fitti di eventi. Merda. Per fortuna però esistono le ferie, e per fortuna la terza settimana di marzo non se la fila nessuno. Ok, è fatta.


A tutte coloro siano interessate a questo meraviglioso evento, (uso il femminile perchè le femmine vestono le bambole e i maschietti prendono a calci il pallone, ma mi rendo conto di come ormai il pianeta sia tutto un crogiolo di androgeni estrogenati) consiglio di visitare il sito dedicato e di non perdersi nemmeno un appuntamento, accavallamenti di orari permettendo (a causa dei quali sarò costretta a compiere scelte da pistola alla tempia, ahimè).
A breve brevissimo racconterò il pomeriggio trascorso in azienda da Kristina Ti, uno dei tre itinerari di stile che anticipano le giornate di Voce del verbo MODA.



Le coniugazioni del verbo moda sono molteplici, sta a ciascuno di noi sceglierne una che ci si confaccia :)


mercoledì 26 febbraio 2014

Il post del post-febbre

Forse mi serviva una febbre per cominciare. Un post-febbre. Un post sul post-febbre. Quel momento clou che si palesa tra un funereo “Lascio la mia Minnie gigante a mia sorella, lo scrigno-scorta di medicine al mio moroso..” e un ottimistico “Dai, oggi imparo le mosse di Work B****!!”, tra una Tachipirina e un Fluimucil, quelle ore in cui non fai molto altro che guardare nel vuoto avvolta in un plaid da otto euro del supermercato.

Ecco io sono esattamente in questa fase, il limbo del quasi ex malato, e ho finalmente deciso di scrivere. Forse l'influenza è una cattiva consigliera, ma pace. E scrivere cosa, mica sei una giornalista? Miei pensieri, pensieri di una neo ventiseienne che se ne sente di meno (scontato). Che sogna la moda ma che per ora vede gli affari suoi scorrere sul tappeto a nastro della cassa 19 (quella vicina ai frighi, e alla voce “Cassa numero 19. Grazie”). Che sta sempre male e gli amici ormai lo sanno che darà pacco. Che è pallida ma la terra no, non la mette. Che si sta chiedendo perchè parla di sé in terza persona, mica sono una cretina. No, cretina non lo sono, e vediamo se qualcuno prima o poi sarà dello stesso mio avviso :). Sennò chissenefrega.

Ah, dimenticavo: è un po' stronza.